Provocherò un grande conflitto tra figli della Luce e figli delle Tenebre!

Carbonia 30.01.2022 – ore 17.42

Provocherò un grande conflitto tra figli della Luce e figli delle Tenebre!

Figli miei, nella luce del Cristo Risorto, Signore nostro, vengo a portarvi pace e serenità: …il mio nome è Assunta in Cielo!

Il Padre Mi ha prescritto il compito di discendere a portare la pace a questa Umanità perdutasi nelle tenebre. Vengo con San Michele Arcangelo e il mio amato sposo terreno San Giuseppe. Assieme inizieremo il piccolo resto alla sfida finale contro Satana.
Dio Padre, l’Onnipotente Dio, ci benedice, Egli comanda il suo Esercito all’Armaghedon.

Figli miei, sono la Regina dell’Amore, Madre e Signora di tutti i popoli, nella mia Beltà vengo a donare l’amore di Dio agli uomini.

Provocherò un grande conflitto tra figli della Luce e figli delle Tenebre,
… i figli di Dio avranno grande vittoria
in Colui che li gestirà dall’Alto del suo Cielo.

Carità e amore abiteranno il nuovo popolo di Dio, …sarà santo e sarà alla Sua destra. Vincitori in questo atto finale, nella sfida contro il Male, essi riceveranno i doni dello Spirito Santo, e, quali cavalieri dell’Armata celeste, vinceranno contro Lucifero che si è presentato al mondo come dio.

La Verità è in Dio! Nessun altro dio è! EGLI è il Solo, l’Unico e Vero Dio.

Amati figli, ecco, le mie mani si congiungono alle vostre per strappare a Dio Padre la grazia di un anticipato ritorno di Gesù, il Risorto.

Quale Madre di Gesù e Sposa dello Spirito Santo, supplico assieme ai precursori il santo Rosario! Ci ascolti Dio!

Padre, Ti porto il piccolo resto, quello rimasto a Te fedele,
lo presento a Te perché Tu abbia pietà del loro amore sincero
e ci conceda, nella tua infinita Misericordia, la grazia richiesta.

Amato nostro Dio, Creatore di tutte le cose,
ecco che oggi, in unione a questi figli,
Ti chiediamo la grazia del ritorno anticipato di Gesù.

Piange il mio Cuore di Mamma!
Quale Madre di questa Umanità imploro il tuo santo Aiuto,
mio Signore Iddio!

Benedici il tuo popolo, Signore!
Grazie del tuo Infinito Amore per noi!
Sei Grande, Padre! Sei Eccelso, Dio!
Nessuno può essere come Te: Tu Sei! Amen.

Nota.
Il termine Armaghedòn viene utilizzato solo in Apocalisse 16,16, dove si parla delle sette coppe dell’ira di Dio, le cui punizioni sono dirette contro la comunità degli adoratori della bestia. Mentre i flagelli dei capitoli precedenti avevano lo scopo di portare coloro che fanno il male al pentimento, questi hanno lo scopo di rendere manifesta la vera natura dei seguaci della bestia e di ripristinare la giustizia, in risposta al grido di chi ha subito l’ingiustizia.

Questo testo distingue in maniera fondamentale la vendetta divina da quella umana. In nessun punto l’Apocalisse giustifica, autorizza o esalta la violenza umana, che è, anzi, proprio “il marchio della bestia” che attira l’ira di Dio.

Al contrario, chi porta il “marchio di Dio” rifiuta ogni giustificazione della violenza umana e la subisce, non con spirito di passività, ma nella profonda convinzione che essa non sia inevitabile e che comunque non avrà l’ultima parola.

Mentre la giustizia di Dio distrugge il male, la sua misericordia concede “ancora un poco” di tempo a chi lo commette, perché possa pentirsi.

I tre spiriti immondi radunano le loro forze armate (tutti i re della terra) nel luogo Armaghedòn. Come molti altri passi del libro, il significato della citazione di questo luogo sfugge a un’interpretazione completa e univoca. Ciò che l’Apocalisse vuol riportare alla mente dei lettori è che Dio ha già vinto la battaglia contro il male, ma questo, prima della sconfitta definitiva, tenterà di mietere quante più vittime possibile.

La battaglia finale per cui le armate si radunano ad Armaghedòn è l’ultimo colpo di coda del demonio: l’autore dell’Apocalisse ha la certezza che sarà la giustizia di Dio a prevalere. Giustizia che non significa punizione imposta dall’esterno, ma ferma convinzione che tutte le azioni hanno delle conseguenze e che non si può evitare di affrontarle. Per questo la punizione è legata al crimine: chi ha sparso sangue, dovrà, per inevitabile conseguenza, bere sangue.