(II°) In questa settimana, XXII del tempo liturgico, la lettura dell’Imitazione di Cristo nella Liturgia delle Ore ci propone il titolo “Dio parlò ai profeti e parla a tutti”. La proponiamo rammentando le parole di Geremia: «Popolo mio, ti sei ostinato, rifiutandoti di ascoltare le mie parole».

Dal libro dell’Imitazione di Cristo”  (Lib. 3,3)


Dio parlò ai profeti e parla a tutti.

Il Signore dice: Ascolta, figlio, le mie parole; parole dolcissime, più alte di tutta la dottrina dei filosofi e dei sapienti di questo mondo. “Le mie parole sono spirito e vita” (Gv 6,63), e non vanno valutate secondo l’umano sentire. Non si debbono convertire in vano compiacimento; ma si debbono ascoltare nel silenzio, accogliendole con tutta umiltà e con grande amore.

Rispondo: “Beato colui che sarà stato formato da te, o Signore, e da te istruito intorno alla legge, così che gli siano alleviati i giorni del dolore” ed egli non sia desolato su questa terra” (Sal 93,12s).

Io, dice il Signore, fin dall’inizio ammaestrai i profeti, e ancora non manco di parlare a tutti. Ma molti sono sordi e duri alla mia voce. Numerosi sono coloro che ascoltano più volentieri il mondo che Dio, e seguono più facilmente i desideri della carne che la volontà di Dio. Il mondo promette cose da poco e che durano ben poco; eppure ci si fa schiavi del mondo, con grande smania. Io prometto cose grandissime ed eterne; eppure il cuore degli uomini resta torbido. Chi mai mi obbedisce e mi serve con tanto zelo, come si serve al mondo e ai suoi padroni?

Arrossisci, dunque, servo pigro e lamentoso; ché certuni sono più pronti ad andare alla perdizione di quanto non sia pronto tu ad andare alla vita: trovano essi più gioia in cose false di quanta ne trovi tu nella verità. Eppure essi sono ben spesso traditi dalla loro speranza, mentre la mia promessa non delude nessuno, né lascia a mani vuote colui che confida in me. Quel che ho promesso, manterrò; quel che ho detto adempirò, purché si resti fermi e fedeli nel mio amore sino alla fine. Io sono colui che compenserà tutti i buoni e metterà severamente alla prova tutte le persone devote.

Scrivi le mie parole nel tuo cuore e meditale attentamente; ti saranno molto utili nell’ora della tentazione. Quel che non capisci mentre leggi, lo capirai nel giorno della prova. Sono solito provare i miei eletti in due maniere: con la tentazione, e con la consolazione. Due sono le lezioni che io do loro ogni giorno; una, rimproverando i loro vizi, l’altra, esortandoli a rafforzare le loro virtù.

Colui che, avendo ricevuto “le mie parole, le disprezza, avrà chi lo giudicherà nel giorno ultimo” (Gv 12,48).